venerdì 6 aprile 2012

Il banchiere con il pigiama a righe

   Vi è mai capitato che qualcuno vi abbia fatto il giochino idiota allostorico con il quale si chiede che cosa avresti fatto in una circostanza cruciale avendo la possibilità di deviare il corso degli eventi (tipo Ritorno al futuro parte seconda, tanto per capirci)? La allostoria è un ambito nel quale anche il più stronzo, e quindi il meno preparato, si sente un professore, perché si tratta di una storia non scritta, una pagina bianca e inerme nella quale ci puoi mettere di tutto. Tipo l’alloscrittore Brizzi, che si immagina che l’Italia dichiari guerra ad Hitler (prima dell’otto settembre s’intende) e vinca il mondiale mai giocato del 1942 (probabile), con tanto di campagna d’Africa in cui Montgomery ed Italo Balbo assieme sconfiggono Rommel (stronzatona, perché Rommel era in Africa solo perché gli italiani avevano degli aerei che nemmeno si alzavano in volo e gli autocarri senza freni e quindi da soli non avrebbero potuto sconfiggere gli inglesi, ma se fossero stati alleati degli stessi il problema di farci venire i tedeschi non si sarebbe posto).
   Io l’unico pensiero allostorico che ho avuto è stato quello di chiedermi che corso avessero preso gli avvenimenti se Ciccio Graziani non avesse sbagliato il rigore contro il Liverpool, ma a parte quello me ne sono sempre tenuto a distanza. Anche perché la domanda idiota allostorica che ti fanno di frequente è: cosa avresti fatto se avessi incontrato Hitler prima che diventasse Hitler, quindi tipo negli anni dieci? Il dilemma che la gente (che notoriamente non capisce un cazzo e ne sa ancora meno) si pone è: lo lasceresti vivo prendendoti la responsabilità di non avere evitato una tragedia immane, oppure avresti ucciso un uomo fino a quel momento innocente (con buona pace delle conquiste illuministiche)? Io, che ritengo che la vera tragedia immane del glorioso secolo che fu sia stata Roma – Liverpool, rispondo sempre: “gli avrei detto di non attaccare Stalin ma di concentrare le forze contro inglesi e americani, e poi di accettare i consigli di Kesserling sull’operazione Hercules e invadere Malta entro la fine dell’estate del 1942, così avremmo vinto la guerra”. Al che la gente (che notoriamente non capisce un cazzo e ne sa ancora meno) risponde allibita: “ma come, tu non sei comunista?” – “Infatti, per questo gli avrei detto di lasciare stare Stalin”.
   Il trip su cosa avresti fatto ad Hitler è un mega tormentone che tutta la gente (che notoriamente non capisce un cazzo e ne sa ancora meno) prima o poi si pone. C’hanno fatto pure un film (Una cena quasi perfetta) in cui un gruppo di studenti dell’America clintoniana uccide tutti quelli che rispondono che non l’avrebbero ucciso.
   La stessa gente (che notoriamente non capisce un cazzo e ne sa ancora meno) ha recentemente smesso per un attimo di pensare ad Hitler per indignarsi per il nuovo scoop sulla casta politica: quello del Bossi che si rifà la casa con i soldi del partito. Quindi anche loro, anche i duri e puri, anche quelli che sembravano così scemi da essere onesti, in realtà sono dei papponi che speculano sulla nostra pelle… eccetera eccetera eccetera.
   Scemi! Scemi! Scemi! Come al solito per sollazzare gli italiani i media gli hanno dato in pasto il loro osso preferito, la questione morale (che impera con successo dai tempi delle Verrine di Cicerone). E gli italiani ci sono cascati. Che Bossi fosse come tutti gli altri politici lo si sapeva, ma i suoi piccoli peccatucci meta borghesi sono stati messi in freezer, e scongelati all’occorrenza, ossia quando c’è stato bisogno di screditare il suo partito, L’UNICO CHE GLORIOSAMENTE NON HA PAURA DI DIRE LA VERITA’ SU MONTI. Il problema è che la gente notoriamente non capisce un cazzo e ne sa ancora meno, perché se no non proverebbe tanta indignazione sincera verso un politico che già vent’anni fa era stato condannato per essersi preso le briciole della così detta maxi tangente Enimont (vi ricordate? No, eh… me l’aspettavo), e accoglierebbe le critiche che la Lega Nord fa al presidente golpista del consiglio.
   A questo punto anche io ho smesso un attimo di pensare a Ciccio Graziani e ho iniziato ad andare in giro a porre a tutti una domanda allostorica sul governo italiano: “ma se tu fossi stato un ufficiale delle SS nella Budapest del 1944 e ti fossi trovato davanti il piccolo Schwartz prima che diventasse Soros, lo avresti risparmiato in quanto fino a quel momento innocente, o lo avresti ucciso evitando così la più grande tragedia del glorioso secolo che fu – dopo Roma – Liverpool ovviamente – ossia la privatizzazione dell’Alfa Romeo, della Italsider, della Bertolli, della Cirio e di tutta l’azienda di stato?” – “ma chi è questo Soros?” – “Niente, nessuno di importante”.

domenica 1 aprile 2012

Franco Mancini - Foggia piange il suo numero 1

   Con la morte improvvisa di Franco Mancini, oggi allenatore dei portieri del Pescara, Foggia perde il suo unico vero numero 1. Che poi sarebbe anche il numero 1 d'Italia, se solo nel calcio italiano ci fosse un po' di meritocrazia. Ma le cose sono così e non cambieranno: in Italia, se vuoi fare il portiere della nazionale, puoi essere anche disonesto, venderti le partite, scommetterci sopra, avere vinto due scudetti che poi ti hanno revocato per illecito sportivo, ma l'importante è che tuo padre, tuo zio o tuo nonno facesse il portiere della nazionale (capito a chi alludo?).
   Invece Franco Mancini aveva 3 grossi handicap che nel resto del mondo sarebbero considerati una cazzata, ma in Italia sono essenziali per non combinare un cazzo come portiere:

1) era più basso di un metro e ottanta (con buona pace di Tancredi, Buyo, Combi eccetera);
2) era meridionale, handicap grandissimo per farsi strada nel calcio italiano (vedi per esempio il suo conterraneo De Canio, che è sempre senza panchina, mentre le peggio merde allenano in serie A);
3) e soprattutto era amico di Zeman, e questa è la chiave per non aprire mai nemmeno un cassetto.

   Per il resto era solo il migliore portiere nelle uscite che l'Italia abbia mai avuto e l'unico ad avere infilato in tunnel niente meno che Van Basten.