venerdì 20 gennaio 2012

Quella peste di Pierina (1982)

   Nel filone aporcifo non poteva mancare un Pierino coniugato al femminile. Va premesso che non ci si sono impegnati, ma probabilmente anche se lo avessero fatto sarebbe venuto uno schifo comunque. Siamo ancora nel biennio pierinesco 1981-82 (sia gli ufficiali in senso stretto che gli apocrifi si sono consumati tutti in quei due anni lì) e il fiato cortissimo della serie (se così si può chiamare) si sente eccome. Lo chiamano Quella peste di Pierina, con apposita canzoncina iniziale che ti rivela anche parte della trama.
   Dirige Tarantini pre Brasile, che una certa esperienza ce l’ha, ma il tutto non basta per fare centro. Pierina è Marina Marfoglia, ex ragazza in costume delle cartoline illustrate (di venti anni prima però), ex ballerina (cosa che è immediatamente tornata a fare), e soprattutto ex “bambina” del Bagaglino. Vista così la scelta ha un suo senso e la Marfoglia non fa proprio schifo. È il complesso delle cose che resta comunque penoso. Il cast non è nemmeno dei peggiori (Adriana Facchetti è la nonna, Clara Colosimo la madre, Carmen Russo la sorella bona, e Ugo Fancareggi il carabiniere fidanzato della sorella – ruolo che già aveva ricoperto nel Pierino con Giorgio Ariani). Dal Bagaglino arriva anche Oreste Lionello (che fa il maestro severo con la mano di legno), ma ci mette pochissimo impegno. Molto più convincente Lucio Montanaro, nel ruolo del compagno di classe abbacchione innamorato di Pierina e non ricambiato (“la vuoi sentire l’ultima battuta sullo stronzo?”). Per il resto le barzellette arrancano verso lo scialbo finale, nel quale Pierina cambia scuola, ma ritrova il maestro cattivo con la mano di legno. Esperimento non riuscito.

Nessun commento:

Posta un commento