giovedì 15 marzo 2012

Mario Monti o Alvaro Vitali?

   La Repubblica Popolare Scatologica ha scelto come presidente Alvaro Vitali, che ha accettato di buon grado e regna, ma non governa (infatti a governare sono io). La scelta è stata basata sul consenso popolare, testimoniato dai dieci miliardi di care vecchie lire che Alvaro ha fatto incassare nel biennio 1981-82 con soli due film, dai mega ascolti che ancora oggi le emittenti televisive fanno quando trasmettono i film di Pierino, e dalle centinaia di migliaia di visite che hanno le scene degli stessi inserite su youtube.
   La Repubblica Italiana ha invece scelto come presidente del consiglio l’economista Mario Monti, che si è insediato con la sua giunta golpistica e antidemocratica di finti tecnici (in realtà di dirigenti di banca che inspiegabilmente hanno lasciato posti pagati profumatamente per fare i ministri per qualche mese… e già questo dovrebbe puzzare, ma in Italia la puzza di merda è così forte da coprire tutto e tutti). La scelta non è stata basata sul consenso popolare, perché in verità gli italiani avevano scelto Berlusconi, piaccia o no è andata così. Solo che Berlusconi, che è un televenditore piacione con la passione per la figa, si è rivelato troppo lento nel realizzare il liberalismo assoluto e l’americanizzazione totale (proprio perché è un piacione e non può fare cose antipopolari tutte assieme), così le lobbies finanziarie (le vere padrone dell’Europa in questo XXI secolo) gli hanno detto: levati dal cazzo che ti facciamo vedere noi come si fa. L’escamotage è sempre il solito, quello del governo tecnico al quale tutti i partiti leccano il culo perché fatto da professori e generali e non dai soliti Mastella e Scillipoti, e perché così sviano l’opinione pubblica (idiota) per qualche mese dalle campagne contro i privilegi della casta. Ora, io l’ho già detto all’opinione pubblica: se scendete in piazza perché i parlamentari pagano 80 centesimi una porzione di lasagne al pesto alla mensa di Montecitorio, e non perché Marchionne assume la gente strafottendosene dei contratti collettivi nazionali e decurta gli stipendi in caso di mutua, avete dei problemi e anche molto seri. Ma sono problemi nostri. Nella Repubblica Popolare Scatologica gli unici a scendere in piazza sono i carri armati e le masse sono allineate in bell’ordine ai bordi delle strade a sventolare con entusiasmo le bandierine nazionali.
   Il passaggio golpistico in Italia si fa prima agitando la questione morale contro chi governa (che è ovvio che ha qualche scheletro nell’armadio, perché se fai una vita in cui sopra il tavolo ti passano dei soldi e sotto delle mignotte, va da se che qualcosa te lo prendi, quindi voi non siete più onesti di Craxi e Berlusconi, ma avete avuto solo molte meno opportunità di rubare e scopare), e poi instaurando un governo “tecnico”, non eletto dal popolo, e guidato guarda caso da un banchiere (Ciampi 1993, Dini 1995), nell’attesa che i politici di professione, quelli delle lasagne al pesto nella mensa di Montecitorio, si allineino bassamente al nuovo corso dettato dagli dei della finanza. Stavolta tocca a Mario Monti, che passa per essere destinato a togliere l’Italia dalla crisi, mentre in realtà è lì proprio per aggravarla, ma nessuno lo capisce e questo è veramente bello, perché almeno i greci lo capiscono che la merda che gli stanno servendo per dessert non è un budino al cioccolato.
   Mario Monti, prima di fare il presidente della giunta golpistica, faceva il caratterista a Cinecittà. E incrociò nel lontano 1981 proprio Alvaro Vitali, interpretando il medico che prescriveva le supposte al nonno di Pierino (il grande Riccardo Billi), che però non capiva come si prendevano e faceva telefonare al dottore da Pierino:
Dottore mi scusi, sono Pierino. Vorrei sapere come si prendono quelle medicine che ha dato al nonno. – Per via anale. – Grazie.”.
Che t’ha detto? – Per via anale. – E che vor dì? – E che ne so! – E richiamalo. – Ma, nonno, magari s’arrabbia. – Ma no che non s’arrabbia.”.
Dottore mi scusi, sono ancora Pierino. Potrebbe ripetermi come si prendono quelle medicine che ha dato al nonno. – Per via rettale. – Grazie.
Che t’ha detto? – Per via rettale. – E che vor dì? – E che ne so! – E richiamalo. – Ma, nonno, guarda che stavolta s’arrabbia. – Ma no che non s’arrabbia.
Dottore mi scusi, sono sempre Pierino. Non abbiamo capito come si prendono quelle medicine che ha dato al nonno. – In culo! Se le deve mettere in culo!”
Che t’ha detto? – A nonno, te l’avevo detto che s’arrabbiava!”
   Mario Monti ci aveva dunque annunciato tutto: prima ha provato a dircelo in bel modo, la via anale e la via rettale, poi ha parlato chiaramente. Ed ora è solo passato per incassare.

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